Libertà nel liberalismo (dr. I.Rizzo reinterpreta Hayek)

Le differenze ideologiche si fondano su differenze epistemologiche. C'è dietro una diversa concezione della ragione umana.

Socialisti e comunisti rappresentano una concezione arcaica di ragione forte. Il liberalismo coglie, invece, gli aspetti della fallibilità umana.

I primi sono portatori di un meccanicismo costruttivistico di stampo cartesiano. Si rifanno all'Illuminismo ed alla sua epica della conquista dell'universo attraverso la logica.

I secondi sostengono un razionalismo critico alla Popper. Ma il compito più difficile per la ragione umana è proprio quello di comprendere razionalmente i propri limiti.


Hayek tenta di cercare gli opportuni limiti all'uso della ragione, come difesa della ragione dall'abuso di quanti poggiano le loro convinzioni su una "mente universale e quasi divina". (i meccanicisti-costruttivisti)

Col costruttivismo (meccanicismo) indico quel modo di pensare secondo il quale l'uomo, dato che ha creato egli stesso le istituzioni della civiltà, deve anche poterle alterare a suo piacimento. Esso ritiene erroneamente che tutte le attività umane siano esiti di piani intenzionali, ovvero di progetti deliberati e consapevoli. Non conseguenze inintenzionali e casuali. Fenomeni come il linguaggio, il mercato, la moneta o la morale non sono prodotti artificiali posti in essere da deliberazioni coscienti. Non li ha progettati nessuna mente umana. Il dramma del meccanicismo-costruttivista sta dunque nella supposizione di una conoscenza di cui in realtà non siamo in possesso, né lo saremo in qualsiasi futuro tecnologico-scientifico. Gli uomini non sono possessori di verità, ma cercatori di verità.

Da questo deriva che la conoscenza non è centralizzabile, ma esiste allo stato diffuso, sotto forma di conoscenza individuale, difficilmente cumulabile con le altre individuali: sommando 100 somari si ottiene un altro somari. La conoscenza scientifica è inoltre altamente personale, ovvero, contiene nel suo sviluppo una serie di conoscenze accessorie specifiche dell'individuo. Lo sviluppo di un sapere, dunque, non può prescindere dalle caratteristiche del suo portatore .

Se dunque il sapere è diffuso e personalizzato, il sistema migliore per valorizzare la società non può essere la centralizzazione e la programmazione .

Una società libera da progetti sovrastanti, sarà dunque più capace di esprimere soluzioni innovative, utilizzando molte più conoscenze di quante potrà mai fare un ente centralizzato .

La fallibilità degli uomini è inscindibilmente legata alla fallibilità dei sistemi (si pensi a Gödel ed al suo teorema dell'impossibilità di una perfezione degli universi). Perciò la libertà dei singoli da progetti superiori, sprona le società ad un convulso miglioramento.

L'unica formula per lo sviluppo è dunque la pianificazione debole: la concorrenza. Entro regole predeterminate, ma non soffocanti, la gente opera in un processo di comunicazione dinamico e interattivo.

Non si può sapere in anticipo il risultato di un processo. Chi pretende di farlo (ad esempio il metodo leninista) condanna la società ad una visione gretta ed all'avvilimento delle peculiarità degli attori in campo.

La concorrenza non presuppone la razionalità dei contendenti, non ne favorisce alcuno preconcettualmente, ma opera nel senso di una selezione darwiniana delle soluzioni più efficaci e/o tenaci.

La distorsione della concorrenza fa rinunciare, nel medio o nel lungo periodo, a risultati sicuramente superiori per tutta la società.